QUEI BEI TEMPI LONTANI….

Sette e otto minuti del mattino. Poco fa stavo per andare a dormire. Avevo spento il pc, stavo per posare gli occhiali e mettermi a letto. Ho spento la sigaretta ed ho distrattamente guardato fuori.
È stato proprio in quel momento che è passato il camion del latte.
Un particolare che a molti non dirà nulla, ma io sono rimasto impietrito.

Così, sbrigata qualche faccenda (vi auguro di non avere mai a che fare con una colite nervosa), ho riacceso il pc. Avrei potuto farlo domani, con calma, ma non sarebbe stato lo stesso. Sarebbe stato un ricordare forzato, e quindi senza senso. Con quel camion del latte che è passato ho rivisto me a sedici anni. Ho sentito l’odore delle Marlboro di contrabbando, il sapore delle Heineken ingollate alla Rai, degli appuntamenti presi col telefono fisso per uscire anche quella sera.
Quasi dieci anni fa, il periodo di Cocò, di Ileana e di Noemi.
Il gruppo ‘del Pendio’ non è che andasse tanto bene. Bene o male erano tutti fidanzati. E a quell’età, vuoi la novità, vuoi qualsiasi altra cosa, bene o male te ne stavi con la ragazza. Ragazzina, cioè. Io invece stavo da solo. Na volta con una, na volta con un’altra (eh giancà, che cazzo ti ridi, all’epoca me lo potevo permettere, mica comme mmò ca son nu puorc). In quel periodo, sinceramente non mi ricordo manco come andò, conobbi Ileana. Forse ad una festa, una di quelle in cui ci imbucavamo quando vedevamo il casino dalla strada, ingegnandoci per individuare subito il festeggiato e salutarlo fingendoci amici di amici.
Quello che ricordo benissimo, però, è che mi colpì subito. Alta, magra, quasi filiforme, bionda. Una fatina nordica che si sforzava di parlare in napoletano. Per lei ero “Caf”. Si, diminutivo di Cafone. Ero uno zingaro, lo ammetto. Stava al ‘femminile’, che era da sempre ‘territorio di caccia’ (eh giancà, sempre per quando me lo potevo permettere, si). E poi com’è che cominciammo a frequentarci? Boh, nemmeno questo me lo ricordo.
Io in quel periodo uscivo con Enzo. Enzo Cocò. Io ci mettevo il motorino, lui le sigarette. Con duemila lire facevi due giorni, lo stesso con le duemila e cinquecento delle sigarette. E qui ritorna l’odore e il sapore delle Marlboro rosse di contrabbando, che compravamo dalla ‘Sceriffa’. Detta così perché era la moglie, appunto, dello “Sceriffo”. Enzo, e dove andiamo? E che ne so, vabbè ja, andiamo a Fuorigrotta che ti presento un’amica.
Ileana stava con Noemi. Che pure lei frequentava quello che di lì a poco sarebbe diventato l’Artemisia Gentileschi. I ricordi mi vengono a sprazzi, sono pure passati dieci anni. Però quando mi misi con lei me lo ricordo benissimo. Era con Dario, che intanto ci provava con tutte le sue forze con Ileana. Davanti alla Mostra, sul muretto, seduti con la schiena appoggiata ad un lampione. Poi capitò l’attimo, quel momento che devi cogliere al volo altrimenti è perso. Quando Dario si propose di darmi un bacio, e gli risposi che da lui non l’avrei accettato, ma da Noemi si. Praticamente un assist. Telefonato.
Quanto durò? Una settimana, credo. Ed era comunque prima che iniziassimo ad uscire insieme a Cocò.
Poi vennero le uscite tutte le sere. Di solito si andava alla Rai. Noemi e Ileana arrivavano a piedi, noi col mio motorino. E un paio di birre nella sella. E così si passava la serata, tra una stronzata e l’altra.
Una volta venne anche la polizia. “I guardi”. Si avvicinarono, ci chiesero cosa stessimo facendo. Ileana si limitò a rispondere con un sorriso. Mi diedero un’occhiata veloce nella sella e se ne andarono. Ridemmo come degli idioti, e se ci penso rido ancora.
Poi tutto finì. Per un motivo che, come accade in questi casi, manco ricordo. Semplicemente, finì, insieme alla fine dell’estate. Cocò cominciò a lavorare. Portava il latte col camion, insieme al masto. E una volta, a Cavalleggeri, posò a terra la cassetta per stringere la mano a Gigi D’Alessio. Poi il masto è diventato lui, ed adesso non so cosa stia facendo. L’ho rivisto qualche settimana fa, io andavo a Caserta a lavorare, ci siamo incrociati in macchina. Giusto un “ue, tutto a posto?”, al quale si risponde di norma “ue, tutto a posto?”, e poi ognuno ha continuato per la sua strada. Il numero non ce l’ho più, né lui ha il mio.
Adesso Noemi non so cosa stia facendo. Ho sentito di lei un paio di anni fa, quando un amico mi ha detto di questa ragazza di Cavalleggeri che suonava nel suo gruppo e diceva di conoscermi.
Ileana poi invece è andata a Roma. L’ho ribeccata un paio di settimane fa. Identica. Sempre una fatina nordica, che ora per parlare napoletano deve sforzarsi ancora di più.
Io.. boh, non lo so nemmeno io, quello che sto facendo. Di certo quello è un capitolo chiuso.
Ile mi ha chiesto di fare una ‘rimpatriata’, ma come si fa? Come si può ribeccare tutti?
Anche se in fin dei conti il timore è un altro: non siamo più quelli di allora. Presi singolarmente si, ma il gruppo non è quello. Ognuno ha la sua vita, è impensabile tornare alla Rai con una birra e passare così la serata. E non è meglio restare col ricordo?
Intanto, ogni volta che incrocio il camion del latte, riaffiorano sempre gli stessi ricordi: le Heineken, le Marlboro di contrabbando, Ileana, Noemi e Vincenzo Cocò.

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viaggio??

Ho smesso di viaggiare, i miei viaggi mentali sono giunti al
termine. Non sogno più, non ho più alcun desiderio… forse per paura di
illudermi nuovamente ho creato un barriera. Come un automa conduco la mia
giornata al termine, conscia che il giorno successvo vivrò come un deja vu la
giornata appena trascorsa. Non sogno più; il sogno di una casa,  una famiglia è ormai scalfito, rifugiato
nell’ oblio della mia mente e della mia anima insoddisfatta e malinconica. La
mia mente ormai come lobotomizzata aspetta di poter essere libera. La mia anima
nascosta da un velo di inquietudine resta inerme dinnanzi a tanta ipocrisia …
ed io … ho smesso di combattere; mi lascio trasportare dalla corrente che mi
porta a largo, sempre più lontano dalla realtà, perché è l’unica cosa che mi
resta…

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Io non vivo nè nel mio passato,

nè nel mio futuro.

Possiedo soltanto il presente,

ed è il presente che mi interessa.

Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente,

sarai un uomo felice.

La vita sarà una festa, un grande banchetto,

perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo.

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il solito viaggio mentale

I miei continui ed inevitabili sbalzi d’umore mi lasciano perplessa…

Non   posso più continuare a vivere in questo modo. Ho bisogno di trovare una via d’uscita… un senso alla mia vita. Affronto la vita come un’ automa… lavoro, casa, casa lavoro. Non esiste più alcuna spensieratezza, proiettata in una dimensione che non è alla mia portata, non per ora.

Ma cosa vorrebbe ILEANA dalla vita?

Desidererebbe solo avere accanto gli amici più cari, vorrebbe solo essere amata aldilà della passione, che si sa, non dura per sempre… essere a volte invisibile, vivere ogni momento senza alcun giudizio… bello o brutto che sia, essere amata per quello che è e non per come appare.

Continuo a riflettere, forse a volte sarebbe meglio lasciare che la vita faccia il suo corso, sapersi accontentare di quello che si ha, prendere la vita per come viene e non pensare a come sarebbe stata la vita se solo si fosse scelta un’ altra strada.

Il mio solito viaggio mentale, mi porta solo a complicarmi ulteriormente le idee…

Rifletto  troppo… capisco che i miei sono solo sogni utopici. . .

E in un momento riapro gli occhi e ritorno alla realtà… provo a richiuderli ma invano… sono sveglia. . .

Capisco che quello che desidero è un assurdo paradosso…

Non esiste amore incondizionato, non esiste l’ amore infinito. Si vive unicamente di passioni a tempo determinato!

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….

 L’unica cosa che cerco è l’amore totale, ridicolo, scomodo, spossante, che ti consuma e non ti fa pensare ad altro… 
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LE REGOLE DEL LASCIARSI

LE REGOLE DEL LASCIARSI:
1. Distruggere tutte le foto dove lui ha un’aria sexy e tu sembri felice
2. Mentire. E’ più facile che ammettere la realtà delle cose.
3. Finchè non si è emotivamente stabili non mettere piede nei negozi
4. Non smettere di pensare a lui neanche per un momento perchè è proprio in quel momento che lui apparirà
5. La più importante di tutte. Non conta chi ti ha spezzato il cuore o quanto ci vuole per guarire, non ce la farai mai senza i tuoi amici.
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roma 19 – 02 – 08

Penso e ripenso…
vorrei tornare indietro di qualche tempo per non far accadere alcuni avvenimenti…
Eppure ripensandoci ho uno strano senso di abbandono… mi piace così tanto ripensare…
Ricordi, o semplicemente sogni, come sempre…. d’altronde non sono cambiata. voglio continuare a perdermi nel mio mondo, voglio sognare ad occhi aperti… non voglio svegliarmi, almeno non ancora.
Che storia la mia vita, il sogno di un infinito raggiungibile… apro gli occhi ed è tutto un paradosso… non so se sorridere o piangere… E’ la mia incoerenza, non cambierò…
 
 
Ciascuno di noi è, in verità, un’immagine del grande gabbiano, un’infinita idea di libertà, senza limiti.
(Richard Bach)
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ma quando?

 

Un’ altra partenza… questa volta stranamente non mia…

Mi dispiace pensare che a volte basti così pocoper far si che le persone si dimentichino di te…

Ma forse è vero che il tempo scalfisce il ricordo…

E’ solo paura; la paura di non aver lasciato alcun segno, la paura di essere dimenticata da un giorno all’ altro, di essere stata una semplice chimera, una banale parentesi chiusa per il semplice fatto che bisogna pensare avanti, lontano.

Io non sono così. Raccolgotutti i miei ricordi in un giardino oscuro della mia mente e, per paura di perderli, li metto nero su bianco… scrivo, scrivo per riempire la mia anima, scrivo per non dimenticare nulla, perché anche l’avvenimento che a molti potrebbe sembrare banale,insignificante,per me invece è importane,è linfa vitale del mio percorso. Per questo scrivo… le parole scivolano sulla tastiera, forse per l’ eccessiva quantità di alcol, o forse semplicemente perché vogliono essere ricordate, per sentirsi anch’ esse parti integranti di una realtà che diventa ogni giorno più dura.

Per questo mi sento in dovere di continuare a scrivere e soprattutto di esprimere le mie sensazioni, che siano di gioia o di dolore, di rabbia o di gratitudine…perché mi resta solo questo in un mondo dove non si ascolta più, dove la gente pensa solo a sé!

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RITORNARE A VIVERE

TROPPI SOGNI… TROPPI DESIDERI… A VOLTE MI RENDO CONTO CHE LA MIA VITA E’ SCISSA DA CIO’ CHE VORREI FARE E  QUELLA CHE FACCIO PER POTER VIVERE (O SOPRAVVIVERE). TROPPE VOLTE MI HANNO RIPETUTO DI NON ACCONTENTARMI, DI NON FERMARSI AL PRIMO OSTACOLO… MA CIO’ CHE NON CONOSCONO E’ CHE CE  LA METTO TUTTA affinché TUTTO QUELLO PER CUI COSPIRO NON RESTI SOLAMENTE FRUTTO DELLA MIA FERVIDA IMMAGINAZIONE. MA PURTROPPO CAPISCO CHE NON E’ SEMPLICE… TUTTO NON E’ SEMPLICE… NON E’ SEMPLICE ESSERE SE STESSI… O FORSE NON ESSERLO, NON E’ SEMPLICE SVEGLIARSI SAPENDO CHE UN ALTRO GIORNO TRASCORRERA’ COME QUELLO PRECEDENTE, SPERANDO IN UN MINIMO AVVENIMENTO CHE POSSA RENDERTI FELICE… UN GESTO, UNA PAROLA, O SEMPLICEMENTE …UN SEGNO….CHE TI INDIRIZZI, CHE TI GUIDI NELLE SCELTE…  

IN VERITA’ OGGI METTO IN DISCUSSIONE UN PO’ TUTTO, FORSE MAI COME ORA; FORSE PERCHE’ MAI COME IN QUESTO MOMENTO SONO INCAZZATA CON QUALCOSA PER CUI NON POTREI RIBELLARMI… IN FONDO SONO SOLO UNA GOCCIA IN UN OCEANO. MA E’ POSSIBILE CHE NESSUNO SI RENDA CONTO DI COME I PIU’ FORTI RIESCANO A MANIPOLARCI, DI COME NOI NON VALIAMO NIENTE NONOSTANTE IL FATTO CHE SIAMO PROPRIO NOI, ULTIMA RUOTA DEL CARRO, A PORTARE AVANTI “TUTTO”.

LE MIE RAPPRESENTAZIONI MENTALI MI PORTANO AL DELIRIO… PENSO E RIPENSO AL PERSORSO DI REGRESSIONE GLOBALE…. LA SOLITA EVOLUZIONE DI RICCHI INDIVIDUALISTI CHE PENALIZZANO LA MASSA, IL POPOLO. IL RICCO SI ARRICCHISCE E IL POVERO LAVORA 10 ORE AL GIORNO PER 1000 EURO AL MESE (QUANDO VA BENE)  IN UN’AZIENDA DA PRECARIO… PRECARIO IN TUTTO… PERCHE’ IL POVERO NON HA ALCUN DIRITTO NEMMENO QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE INDISCUTIBILE…. IL DIRITTO A CRESCERE UNA FAMIGLIA, A RENDERE FELICI I FIGLI ED ESSERE PIU PRESENTE CON LORO, MA SOPRATTUTTO IL DIRITTO ALLA VITA… PURTROPPO TUTTI QUESTI DIRITTI DOVREBBERO ESSERE SCONTATI… ED INVECE…

QUANTO DURERA’ QUESTA SITUAZIONE? QUANTE MORTI BIANCHE DOVRANNO SERVIRE A RISVEGLIARE GLI ANIMI DI PIETRA DEI POLITICI (destra o sinistra non fa alcuna differenza), IMPRENDITORI E RICCHI UOMINI CHE ALTRO NON FANNO CHE PENSARE AI PROPRI INTERESSI?

VORREI RITORNARE A SOGNARE CON UN VELO DI SPERANZA………

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….

Avevo dimenticato, che persona sei… sei Pessimo, davvero tanto!
ti nascondi dietro una maschera di finto rispetto, ma in fondo non rispetti nemmeno te stesso…
 
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